(sesto capitolo)
Quella volta che andai a Sanremo. Fu Ravera che mi invitò. Mi aveva dato un premio credo a Riva del Garda non ricordo bene e mi disse ” tu devi venire al festival di Sanremo”. Lo guardai esterrefatto e gli dissi ma stai scherzando? Io sono un rocker cosa c’entro con la canzone i fiori e le rose. Lui mi guardò e mi disse “tu hai bisogno di una platea nazionale”…ma posso venire a fare quello che mi pare?”- lui disse: “tu vieni e fai quello che vuoi!”. Allora pensai…bene! MI ricordavo di Antoin?! (quello che cantava se sei bello ti tirano le pietre se sei brutto ti tirano le pietre)…faccio come lui…vado là a fare il matto con una canzone pazzesca e per farmi notare da tutti nel bene e nel male. Perché San Remo lo guardano tutti chi per ridere e chi per piangere. Quelli che lo avrebbero guardavano per ridere si sarebbero divertiti e gli altri si sarebbero scandalizzati ma, mi avrebbero notato tutti!! Guido non era d’accordo perchè pensava che mi sarei rovinato l’immagine del rocker e io pensavo che se fossi riuscito a farmi notare da tutta l’Italia sarebbe stato un grande colpo. Guido non mi accompagnò e andai da solo. Cominciai a pensare alla canzone mentre in macchina con Fini guardavamo un tramonto dal monte Questiolo e pensavamo ai nostri amici che erano partiti per una vacanza il Messico e noi eravamo rimasti a casa. Ci avevano mandato una cartolina con scritto. “costa come li”
Mentre con la chitarra scherzavo e cantavo vado in messico vado in messico vado a gonfie vele. Fini si sveglia un attimo dal suo solito letargo e dice “vado al massimo”!...poi si riaddormenta. mi viene l’illuminazione. Vado al massimo vado massimo vado a gonfie vele….e poi giù tuto il resto voglio vedere come va a finire…meglio rischiare che diventare come quel “tale” che scrive sul giornale. E qui mi toglievo la soddisfazione finalmente di rispondere a quel meschino di Salvalaggio pace all’anima sua che l’anno prima aveva scritto un articolo su di me talmente offensivo e talmente violento nell’attaccarmi per distruggermi offendendomi personalmente, dandomi del brutto ebete drogato. Privo di qualunque talento capace solo di barcollare su di un palco farfugliando, con occhiali fumè da zombie. Uno che inneggiava alla droga e allarmato metteva quindi in guardia dall’ascoltare le mie canzoni portatrici di un messaggio pericoloso in grado di corrompere le coscienze dei giovani.
MI appiccicò così quel “pregiudizio” che tutti gli altri giornalisti molto pigri avrebbero continuato a diffondere per anni, facendo copia e incolla, senza nemmeno prendersi la briga di andare a vedere, sentire se era vero che nelle mie canzoni inneggiavo alla droga o predicavo l’autodistruzione.
Quando arrivai a Sanremo nel 1982 ed entrai nel retropalco del mitico Ariston pieno di tutti gli artisti che avevo sempre in televisione…mi sembrava di essere al cinema!..Li guardavo e mi sentivo talmente lontano da loro, dalle loro preoccupazioni per i loro vestiti e per le loro canzoni…per come le avrebbero cantate, per il loro sogno …. di vincere Sanremo!... …mi sembravano tutti dei ragazzini che giocavano…mentre io non scherzavo un cazzo!
Io non potevo tornare indietro. Non mi fregava niente di vincere o di avere il vestito più bello..
io volevo farmi notare da tutti!!...quella era la cosa più importante da fare!
Ce la misi tutta per riuscirci…a metà della canzone presi il microfono in mano e mi lanciai verso il pubblico mentre red ronnie li sotto con i giornalisti mi incitava. Alla fine della canzone mi resi conto che avrei dovuto infilare il microfono dentro l’asta e centrare con un solo colpo, un movimento deciso che sarebbe stato piuttosto difficile eseguire. Quindi pensai di mettermi il microfono in tasca e portarlo al cantante seguente. A un certo punto il filo del microfono finì e strappo via il microfono dalla mia tasca. Io non mi voltai e non feci una piega. se fossi tornato indietro a raccoglierlo avrei dato al pubblico la sensazione di uno sfigato che aveva fatto cadere un microfono…mentre andandomene via , senza girarmi, sarei stato una VERA Rockstar.
Direi una notevole differenza per presentarsi a un pubblico.
Quella fu la mossa vincente. Forse se fossi tornato indietro oggi non sarei qua.
Tra parentesi nessuno aveva notato la epocale svolta che aveva fatto il Festival di SanRemo e Ravera nel bocciare e non mandare in finale il grande e mitico Claudio Villa e mandare in finale Vasco Rossi! Un fatto che decretava il cambio di un’epoca!! anche questa è sfuggita a tutti i critici musicali e non….ne ho mai sentito parlare da nessuno!!!!
L’anno dopo Ravera giustamente voleva che ripartecipassi al festival. Glielo dovevo per riconoscenza. Ma io gli rispondevo che non potevo tornare. Perché fare una volta il matto è un conto farlo due non è più divertente. Non ci sarei più andato. Poi a settembre nacque “Vita Spericolata”! una canzone straordinaria. La canzone della mia vita. Una canzone storica. Una canzone talmente bella. Quella si che potevo andare a cantarla di fronte a quella platea ingessata come il mio più grande sberleffo. E non vedevo l’ora di andarci…
Il resto è storia, ma il “pregiudizio”era talmente forte che Quando a SanRemo ho cantato Vita Spericolata la stampa e la tivu sono riusciti a scrivere solo che barcollavo sul palco, ero inciampato ed ero uscito prima della fine della canzone.
Sono riusciti a far diventare Vita Spericolata” lo slogan di una vita drogata quando nella canzone non c’è il minimo accenno né sottinteso e nemmeno simbolico alla droga. È un inno alla vita. Una canzone che parla di vita vissuta al massimo, piena di avventure e pericolosamente ma non per cercare la morte bensì per cercare la vita!
Avete scritto per anni tante porcherie su di me e sulle mie canzoni da farmi diventare un pericolo pubblico, responsabile della esistenza e della diffusione della droga. Mi avete descritto in un modo tale che la gente non ascoltava nemmeno le mie canzoni perché aveva paura. proibiva ai figli di ascoltarle e di venire ai miei concerti. (mentre li incitava ad andare a quelli di Baglioni) Chi le ascoltava e le amava doveva confessarlo a bassa voce e sentirsi insultato. Nessun altro artista Baglioni compreso con le sue straordinarie canzonette sarebbe sopravvissuto a una tale campagna promozionale di denigrazione.
Ma le mie erano canzoni straordinarie e quando è nata una nuova generazione che non vi aveva letto e le ha ascoltate senza pregiudizio ha scoperto che non erano affatto pericolose ma erano molto belle!! a quel punto è scoppiata la bolla. E voi siete andati a farvi fottere.